La Galleria Nazionale delle Marche, dal 31 ottobre 2019 fino ad ottobre 2020, espone 147 raffinati esemplari di maiolica rinascimentale italiana, provenienti dalla più grande collezione privata del settore al mondo. Una raccolta strordinaria appartenente ad un collezionista che ha concesso di svelare il suo tesoro al Palazzo Ducale di Urbino, in concomitanza con le celebrazioni per il cinquecentenario dalla morte di Raffaello. Ciascuna delle 147 maioliche testimonia, a livelli altissimi, come la grande stagione rinascimentale italiana sia riverberata su ogni forma artistica e, nello specifico, in quella della maiolica. Tecnica, o meglio arte, che esprime in pieno la ricerca estetica, il clima culturale, ma anche il modus vivendi, che fanno dell’Italia e dei suoi artisti, tra ‘400 e ‘500, il faro culturale dell’Occidente. Già dal ‘600, nei paesi europei, la maiolica cinquecentesca italiana diventa una vera e propria passione collezionistica ed a quella istoriata viene associato il nome del grande pittore urbinate: in inglese Raphael ware. E Raphael ware è anche il titolo di questa affascinante mostra. A curarla, con la direzione di Peter Aufreiter, sono Timothy Wilson e Claudio Paolinelli. Seguendo il gusto rinascimentale per la decorazione figurata, i pittori di maiolica, tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500, iniziano a coprire ogni superficie disponibile dei loro oggetti, con istorie di ogni sorta. Le composizioni possono essere invenzioni originali degli stessi maestri ceramisti o riecheggiare quelle delle arti maggiori, ed ancora, essere estratte da xilografie o incisioni. Nel ducato di Urbino, Casteldurante (l’odierna Urbania), Gubbio, Pesaro ma, soprattutto, il capoluogo, divengono famosi per l’istoriato. Urbino è infatti la città che, nella seconda metà del ‘400, il Duca Federico trasforma in una delle capitali del Rinascimento, richiamandovi i massimi esponenti della cultura del tempo ed edificandovi il Palazzo Ducale, capolavoro indiscusso della storia dell’architettura di ogni tempo. E’ qui che si forma Raffaello, il pittore la cui levatura ancora giganteggia nel panorama artistico universale. Proprio il contesto che dà vita al genio raffaellesco, fornisce l’humus creativo e la formazione artistica necessari alla nascita di alcuni dei più grandi artisti della maiolica italiana: Nicola da Urbino, Francesco Xanto Avelli e Francesco Durantino. Ad accogliere la mostra è, al secondo piano del Palazzo Ducale di Urbino, la luminosa Loggia del Pasquino, con l’intenzione di mostrare questi raffinati oggetti nella piena luce naturale poiché la maiolica, più di ogni altra forma d’arte del tempo, mostra i suoi colori perfettamente conservati come all’origine, quando uscì dalla bottega del ceramista. La loggia è posta a fianco alle sale che espongono una parte delle ceramiche della collezione permanente e l’allestimento, appositamente creato, verrà poi utilizzato proprio per ampliare lo spazio espositivo dedicato a questa sezione.